Giuseppe Langella esce allo scoperto e dice la sua riguardo l’impegno dirigenziale tra le file del Nola 1925. L’imprenditore vesuviano, con all’attivo già un passato nel calcio professionistico, ha preso ufficialmente la parola dopo i rumors che si erano diffusi in città in riferimento all’interessamento di acquisizione da parte di un imprenditore del territorio.
“Ci tengo a sottolineare alcuni aspetti – ha dichiarato Langella – Si sono sentite molte voci ultimamente e mi sembra giusto parlarne. Io sono di San Giuseppe Vesuviano ma sono nolano di adozione in quanto lavoro da oltre trent’anni sul territorio. Affiancherò il progetto del Nola per tutta la stagione, per eventuali acquisizioni ne parleremo ma nella pratica io sono già vicino al presidente Nappi, persona squisita che ha fatto già molti sacrifici. Sono stato attirato da questo ambiente e dal blasone dopo i miei anni di calcio professionistico. Mi duole dire, però, che in queste condizioni a Nola non si può fare calcio ad alto livello. Mancano le strutture e, ad oggi, gli incontri che ho avuto con l’amministrazione assieme alla dirigenza non hanno portato a nessun passo in avanti. I risultati parlano da sè. La squadra è terza in classifica in Eccellenza, ora arriva il mercato di riparazione e lavoreremo per raggiungere la D anche non dalla prima posizione. Non esistono corazzate, le vittorie si creano con ambienti positivi e uniti”.
“Tutti quelli che vorranno partecipare al progetto del Nola Calcio, al progetto che anche io mi appresto a vivere, sono i benvenuti – ha aggiunto – Non vedo però che l’amministrazione si stia impegnando in tal senso e neanche il bando fatto per l’attuale campo, lo Sporting, è stato utile, anzi è stato sbagliato. Oggi questo impegno amministrativo io non lo vedo”.
“Nell’ultima gara è stato esposto un brutto striscione, secondo me, allo stadio – ha poi detto Langella – Le offese a volte vanno oltre dei limiti che non dovrebbero essere superati verso qualcuno che, in ogni caso, si impegna. Luigi Nappi è stato il primo a soffrire per la retrocessione; giusta la contestazione ma non bisogna dimenticare i sacrifici fatti dal presidente. Fuori casa io noto che il tifo organizzato c’è, segnale che l’amore e la passione ci sono sempre. Non capisco questo astio e l’assenza dalle partite casalinghe. Io non discuto il nome di Nola dal punto di vista calcistico ma, attualmente, per crescere bisogna cercare strutture al di fuori della città. Io ora faccio questo appello, a tutti, agli ultras e a chi ama questa squadra: stateci vicino. Il calcio è unione, è socializzare, ma tutto questo allo Sporting non è possibile, neanche per i bambini che vogliono venire a divertirsi. Tutte le strutture sono migliori di quella nolana ma Nola è Nola, è professionismo, è qualità, non possiamo crescere in queste condizioni strutturali”.
“Io ci sono – ha concluso – Almeno per i prossimi sei mesi, interverremo anche sul mercato. Il calcio a Nola deve vivere. Io non chiedo nulla al Comune e ai tifosi. Chi ama questa maglia deve esserci accanto. Vogliamo persone che si sacrificano, anche con poco, per questa squadra e questa gloriosa società. Io voglio la presenza dei tifosi. Se questo non avverrà allora non ci sarà futuro per questo progetto. Senza strutture e senza supporto dei tifosi non c’è futuro. Se il Comune comincia seriamente a lavorare sul progetto di uno stadio noi ci siamo perchè vogliamo il calcio a Nola. Nel mio progetto c’è ovviamente la scelta di rimanere in città, anche se, in fase di crescita, dovremo giocare temporaneamente fuori. Io voglio portare il Nola nel professionismo. Il campo deciderà sempre. Ci aspettano sacrifici ma anche gioie. Dico questo a tutti quelli che hanno possibilità di starci vicino. La vostra presenza è fondamentale. Da oggi in poi io darò ufficialmente una mano al presidente Nappi e non uscirà da questa società, a meno che non si stanchi. Saremo insieme in questo progetto, aperto anche ad altri imprenditori leali e volenterosi. Attualmente il Nola ha tutto: serenità, mezzi tecnici e voglia di vincere che i ragazzi hanno dimostrato. Ci piacciono le sfide. Giochiamo per vincere e, anche se con la prima in classifica non dovesse arrivare la vittoria, noi andremo avanti con il nostro progetto e ci rimboccheremo le maniche. Tutto questo però ad una condizione: il Nola va avanti solo se al suo fianco ci saranno i suoi tanti e stupendi tifosi, in qualsiasi stadio e paese. Se saremo soli, tra sei mesi il titolo andrà al Comune. Se saremo con tutto l’ambiente che ci sostiene, invece, lavoreremo tutti insieme e faremo un grande progetto”.